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Re: [www-it-traduzioni] chiacchiere varie su software libero e terminolo


From: Fabio Pesari
Subject: Re: [www-it-traduzioni] chiacchiere varie su software libero e terminologia
Date: Tue, 20 Jan 2015 16:50:18 +0100
User-agent: Mozilla/5.0 (X11; Linux x86_64; rv:31.0) Gecko/20100101 Icedove/31.4.0

MIT è una licenza di software libero solo per gli sviluppatori, non per gli utenti. Agli utenti non viene assicurato che del codice MIT non venga usato all'interno di software proprietario.

Le uniche "restrizioni" poste dalle licenze copyleft sono quelle di non restringere l'utente; si può parlare di restrizioni allora? Sono ancora una volta restrizioni per gli sviluppatori e non per gli utenti, visto che la freedom 0 dice:

> The freedom to run the program as you wish, for any purpose (freedom 0).

"Virale" purtroppo è diventato molto comune in vari slideshow di sviluppatori open source modaioli. Esiste anche una pagina di Wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Viral_license

Concordo con te sulla parola. In ogni caso si tratterebbe di un virus benigno, uno che elimina i parassiti dal sistema. Parassiti invece mi sembra un termine valido per gli organismi quanto per gli sviluppatori.

Fabio

On 01/20/2015 04:37 PM, Francesco Potortì wrote:
Fabio Pesari:
Secondo me gli articoli hanno priorità maggiore perché di questi tempi
non è il corpo della GPL ad essere sotto attacco ma il concetto stesso
di software libero - sento dire ad un sacco di gente che il copyleft è
"restrittivo", "virale" ed ho sentito dire a più di qualcuno "uso codice
solo se è sotto licenza MIT".
Beh, MIT X è una licenza di software libero.  Ognuno ha le sue
preferenze. C'è tutto un mondo che non usa e scrive altro che con
licenze quanto più lasche possibili, come BSD a tre o due clausole e MIT
X.

Rispetto alle licenze liberali, quelle copyleft sono senza dubbio più
restrittive, del resto sono nate apposta per quello.

Virale è una brutta parola, essenzialmente nata per scopi denigratori,
ma non abbiamo termini comuni per definire la capacità di GPL di andare
a propagarsi sul codice linkato.  Io uso il termine "propagativo" per
indicare questa proprietà, unica della GPL, ma la parola di gran lunga
più usata è proprio "virale", che oltre alla connotazione negativa (che
mi dà fastidio fino a un certo punto) ha il difetto di essere ambigua e
tutto sommato inadatta, perché in realtà vorrebbe significare
"infettiva" ma in pratica ha un significato più ampio, da cui il
problema dell'ambiguità.


--
http://savannah.gnu.org/projects/www-it/




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