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Re: [www-it-traduzioni] Traduzione di free-software-even-more-important.


From: Daniele Masini
Subject: Re: [www-it-traduzioni] Traduzione di free-software-even-more-important.html
Date: Thu, 09 Jan 2014 01:49:26 +0100

Il giorno mer, 08/01/2014 alle 18.05 +0100, Andrea Pescetti ha scritto:
> Certo! E' l'unica traduzione prioritaria che ci manca.
> 
> Funziona come sempre: invia qui in lista, come testo semplice, la 
> traduzione del corpo principale dell'articolo, da "It is 30 years" a 
> "make all computer users free". Poi faremo una revisione insieme e 
> infine pubblicheremo la traduzione.
> 
> Ciao,
>    Andrea.
> 
> --
> http://savannah.gnu.org/projects/www-it/


Come indicato, invio di seguito la mia traduzione di
http://www.gnu.org/philosophy/free-software-even-more-important.html per
la revisione.

Daniele



Adesso il Software libero è ancora più importante

di Richard Stallman

Una versione sostanzialmente riveduta di questo articolo è stata
pubblicata su Wired.


Sono passati 30 anni dalla nascita del Movimento del Software Libero che
si batte per il software che rispetta la libertà dell'utente e della
collettività. Chiamiamo tale software "libero" (nelle lingue
anglosassoni oltre al termine "free" utilizziamo anche "libre" per
enfatizzare il fatto che stiamo parlando di libertà e non di prezzo).
Alcuni programmi proprietari, come Photoshop, sono molto costosi, altri,
come Flash Player, sono disponibili gratuitamente - comunque sia,
vincolano i loro utenti alla volontà del proprietario del programma.

Molto è cambiato dall'inizio: la maggior parte delle persone, nei paesi
sviluppati, oggi utilizza il proprio computer (talvolta chiamato
"cellulare") per collegarsi ad Internet. Il software non libero continua
ad essere il mezzo attraverso il quale gli utenti perdono il controllo
delle loro elaborazioni mettendolo nelle mani di qualcun altro, ma ora
c'è anche un'altra modalità per farlo: Service as a Software Substitute
(servizio come sostituto di software), o SaaSS, che significa permettere
a server di qualcun altro di effettuare le nostre attività di
elaborazione.

Sia il software non libero che SaaSS possono spiare l'utente,
imbrigliarlo e perfino attaccarlo. Gli abusi sono frequenti nei servizi
e nei prodotti di software proprietario perché gli utenti non hanno il
controllo. Questa è la differenza fondamentale: il software non libero e
SaaSS sono gestiti da qualcun altro (tipicamente un'azienda o uno stato)
e l'utente non ha voce in capitolo. Il software libero, invece, mette il
controllo nelle mani dell'utente.

Perché è importante questo controllo? Perché libertà significa avere il
controllo della propria vita. Se si utilizza un programma per svolgere
delle attività nel corso della vita, la nostra libertà dipende dal
controllo che si ha su tale programma. Ci meritiamo di avere il
controllo dei programmi che utilizziamo, tanto più se li usiamo per
qualcosa di importante nella nostra vita.

Per avere il controllo sui programmi, gli utenti hanno bisogno di
quattro libertà fondamentali:

(0) La libertà di lanciare in esecuzione un programma come si desidera,
per qualsiasi scopo.

(1) La libertà di studiare il "codice sorgente" del programma e
modificarlo per adattarlo alle proprie necessità. I programmi sono
scritti da programmatori in linguaggi di programmazione - una sorta di
inglese mischiato ad algebra - e tale forma del programma è detta
"codice sorgente". Chiunque sa programmare, avendo a disposizione il
programma sotto forma di codice sorgente può leggerlo, capirne il
funzionamento e persino modificarlo. Se tutto ciò che si ha è la sua
forma eseguibile, una sequenza di numeri che è chiarissima per essere
eseguita dal computer ma praticamente indecifrabile per un essere umano,
capire e modificare il programma in tale forma è praticamente
impossibile.

(2) La libertà di creare e distribuire copie del programma a piacimento.
(Non si tratta di un obbligo ma di una scelta. Se il programma è libero,
non significa che qualcuno debba fornircene una copia, o che se ne debba
fornire una copia agli altri. Distribuire un programma ad altri che non
hanno la libertà di farlo è un abuso; Ad ogni modo, scegliere di non
distribuire il programma - utilizzandolo privatamente - non fa male a
nessuno.)

(3) La libertà di creare e distribuire copie di versioni modificate del
programma, secondo la propria volontà.

Le prime due libertà significano che ogni utente può esercitare il
proprio controllo (individuale) sul programma. Con le altre due libertà,
qualsiasi gruppo di utenti può esercitarne un controllo collettivo.
Grazie a tutte le quattro libertà, gli utenti hanno il controllo
completo del programma. Se anche solo una delle libertà manca o non è
applicabile, il programma è proprietario (non libero) e iniquo.

Altri tipi di opere vengono utilizzate per attività pratiche, come le
ricette di cucina, o opere istruttive come libri di testo, opere di
consultazione come dizionari ed enciclopedie, stili di caratteri per la
visualizzazione di paragrafi di testo, schemi per il montaggio di
apparecchi, e modelli per realizzare oggetti utili (e non soltanto
decorativi) con una stampante 3D. Poiché questi non sono software, il
movimento del software libero in senso stretto del termine non li
comprende; ma si possono applicare le stesse argomentazioni ottenendo lo
stesso risultato: queste opere dovrebbero permettere le quattro libertà.

Un programma libero ci permette di armeggiarci per fargli fare quello
che si vuole (o farlo smettere di fare qualcosa che non ci piace).
Armeggiare con il software potrebbe sembrare ridicolo se si è abituati
ad utilizzare software proprietario come una scatola chiusa, ma nel
Mondo Libero è una pratica usuale ed un ottimo sistema per imparare a
programmare. Persino il tradizionale passatempo americano di armeggiare
con le auto ne risulta ostacolato perché le auto oggi contengono
software non libero.


L'iniquità della proprietà

Se gli utenti non controllano i programmi, quest'ultimi controllano gli
utenti. Con il software proprietario c'è sempre qualcuno, il
"proprietario" del programma, che lo controlla e attraverso di esso
esercita il potere sui suoi utenti. Un programma non libero è quindi un
giogo, uno strumento di potere iniquo.

In casi scandalosi (sebbene questo oltraggio sia divenuto piuttosto
usuale) programmi proprietari vengono progettati per spiare gli utenti,
limitarli, censurarli, abusandone. Ad esempio, il sistema operativo di
Apple iCose fa tutto ciò e lo stesso fa Windows sui dispositivi mobili
con processori ARM. Windows, il firmware dei telefoni cellulari e Google
Chrome per Windows hanno al loro interno un meccanismo di accesso (back
door) che permette ad alcune aziende di modificare i programmi a
distanza senza chiedere alcun permesso. Il Kindle di Amazon ha una back
door che consente la cancellazione di libri.

Con l'obiettivo di porre fine all'iniquità del software non libero, il
movimento del software libero sviluppa programmi liberi per rendere
liberi gli utenti. Abbiamo iniziato nel 1984 sviluppando il sistema
operativo libero GNU. Oggi milioni di computer lo utilizzano,
soprattutto nella versione GNU/Linux.

Distribuire un programma ad utenti che non hanno la libertà di farlo a
loro volta è un abuso nei loro confronti; scegliere di non distribuire
il programma non fa male a nessuno. Se si scrive un programma e lo si
usa privatamente, non si danneggia nessuno. (Si spreca un'occasione per
fare del bene, ma allo stesso tempo non si fa niente di male.) Quindi,
quando diciamo che il software dovrebbe essere libero, vogliamo dire che
ogni copia deve essere fornita con le quattro libertà, ma non vogliamo
dire che qualcuno è obbligato a fornire copie del programma.


Software non libero e SaaSS

Il software non libero è stato il primo meccanismo che le aziende hanno
utilizzato per prendere il controllo delle attività degli utenti. Oggi
ce n'è un altro, chiamato Service as a Software Substitute (servizio
come sostituto di software) o SaaSS. Ciò significa permettere ai server
di qualcun altro di gestire le proprie attività di elaborazione.

SaaSS non significa che i programmi sul server sono non-liberi (anche se
spesso lo sono). Piuttosto, utilizzando SaaSS mettiamo in atto la stessa
iniquità dei programmi non liberi: sono due percorsi che portano nella
stessa direzione sbagliata. Prendiamo ad esempio un servizio SaaS di
traduzione: l'utente invia il testo da tradurre al server, il quale lo
traduce (dall'inglese allo spagnolo, per esempio) e re-invia la
traduzione all'utente. In questo modo il meccanismo di traduzione è
sotto il controllo del gestore del server invece che dell'utente.

Se si utilizza SaaSS il gestore del server controlla le nostre
elaborazioni. Si è costretti a fornire tutti i dati pertinenti
all'operazione al gestore del server che potrà essere costretto a
mostrarli ad un ufficiale - in realtà chi sta servendo realmente quel
server?


Iniquità primarie e secondarie

Quando si utilizzano programmi proprietari o SaaSS, prima di tutto
facciamo del male a noi stessi, perché questo consente a qualcun altro
di esercitare un potere iniquo su di noi. Per il nostro bene dovremmo
evitarlo. Fa del male anche ad altri poiché promettiamo di non
condividere. È sbagliato tenere fede a tale promessa e un male minore
infrangerla; per essere veramente integerrimi non dovremmo farla
affatto.

Ci sono casi in cui l'utilizzo di software non libero mette pressione
direttamente sugli altri a fare altrettanto. Skype ne è un chiaro
esempio: quando una persona utilizza il software non libero Skype è
necessario che anche un'altra lo faccia - in questo modo entrambe
rinunciano alla propria libertà. (Google Hangouts presenta lo stesso
problema.) È sbagliato anche suggerire l'utilizzo di tali programmi.
Dovremmo rifiutare di usarli anche per un tempo limitato o sul computer
di qualcun altro.

Un altro danno derivante dall'utilizzo di software non libero e SaaSS è
che si premia l'autore, incoraggiando ulteriori sviluppi del programma o
"servizio", il che porta a sua volta sempre più persone sotto il
controllo dell'azienda

Tutte le forme di danno indiretto vengono amplificate nel caso in cui
l'utente sia un ente pubblico o una scuola.


Il software libero e lo Stato

Gli enti pubblici esistono per le persone, non per se stessi. Quando
utilizzano i sistemi di elaborazione lo fanno per le persone. Hanno
quindi il dovere di mantenere il controllo sull'elaborazione dei dati in
maniera da assicurarsi che queste siano realizzate per le persone in
maniera corretta. (Ciò costituisce la sovranità di elaborazione dati
dello Stato.) Non devono assolutamente permettere che il controllo del
sistema di elaborazione dello Stato cada nelle mani di privati.

Per mantenere il controllo dell'elaborazione dei dati delle persone, gli
enti pubblici non devono farlo con software proprietario (software sotto
il controllo di un soggetto diverso dallo Stato). E non devono affidare
i dati ad un servizio programmato ed eseguito da un soggetto che non sia
lo Stato, e questo sarebbe SaaSS.

Il software proprietario non ha alcuna sicurezza in un caso importante -
nei confronti del suo sviluppatore. E lo sviluppatore può aiutare altri
ad attaccarlo. Microsoft mostra i bug di Windows alla NSA (l'agenzia
governativa di spionaggio digitale degli Stati Uniti) prima di
correggerli. Non sappiamo se Apple fa altrettanto, ma è sottoposta alle
stesse pressioni governative di Microsoft. Se il governo di qualsiasi
altro Paese utilizza tale software mette a repentaglio la sicurezza
nazionale. Chi vorrebbe che la NSA entrasse nei computer del proprio
governo? Dai un'occhiata alle politiche che suggeriamo ai governi per la
promozione del software libero.


Il software libero e l'istruzione

Le scuole (includendo tutte le attività didattiche) influenzano il
futuro della società tramite il loro insegnamento. Queste dovrebbero
insegnare esclusivamente software libero, così da utilizzare la loro
influenza in maniera positiva. Insegnare l'uso di un programma
proprietario equivale ad impiantare una dipendenza, che va contro la
missione educativa. Insegnando l'uso del software libero, le scuole
indirizzeranno il futuro della società verso la libertà e aiuteranno i
programmatori dotati di talento a padroneggiare il proprio mestiere.

Dovrebbero anche insegnare agli studenti l'abitudine alla cooperazione e
all'aiuto verso gli altri. Ogni classe dovrebbe avere questa regola:
"Studenti, questa classe è il luogo nel quale condividiamo la
conoscenza. Se portate un software in classe non dovete tenerlo per voi.
Ma dovete condividerne copie con il resto della classe - incluso il suo
codice sorgente, nel caso in cui qualcuno volesse studiarlo. Pertanto,
portare software proprietario in classe non è consentito eccetto per
effettuarne il reverse engineering." [reverse engineering: attività che
mira a ricostruire il codice sorgente di un software sulla base del suo
utilizzo - ndt]

Gli sviluppatori di software proprietario vorrebbero farci punire gli
studenti che sono abbastanza bravi di cuore per condividerlo e
contrastare quelli abbastanza curiosi da volerlo modificare. Questa è
una cattiva educazione. Per approfondire la discussione sull'uso del
software libero nelle scuole si veda http://www.gnu.org/education/.


Software libero: più che "vantaggi"

Spesso mi viene chiesto di descrivere i "vantaggi" del software libero.
Ma la parola "vantaggi" è troppo debole quando si tratta di libertà. La
vita senza libertà è oppressione e questo si applica all'informatica
come ad ogni altra attività della nostra esistenza. Dobbiamo rifiutarci
di dare ai proprietari dei programmi o dei servizi informatici il
controllo delle nostre elaborazioni. Questa è la cosa giusta da fare,
per motivi egoistici, ma non solo.

La libertà include la libera cooperazione con altri. Imbrogliare le
persone dicendo che libertà significa tenerle divise è l'inizio di un
regime di oppressione. Nella comunità del software libero, siamo
veramente consapevoli dell'importanza della libertà di cooperare perché
il nostro lavoro si basa su una cooperazione organizzata. Se un amico ci
viene a far visita e ci vede utilizzare un programma, potrebbe
chiedercene una copia. Un programma che ci impedisce di redistribuirlo,
o dice che "non dovremmo farlo", è antisociale

In informatica, la cooperazione comprende la redistribuzione di copie di
un programma ad altri. Comprende anche la distribuzione delle eventuali
modifiche apportate. Il software libero incoraggia tali forme di
cooperazione, mentre il software proprietario le vieta. Proibisce la
redistribuzione di copie e, negando agli utenti il codice sorgente, non
consente loro di apportarvi modifiche. SaaSS ha gli stessi effetti: se
l'elaborazione avviene via web sul server di qualcun altro, da un
programma di qualcun altro, non si può vedere o toccare il software che
effettua l'elaborazione, quindi non lo si può redistribuire o
modificare.


Conclusione

Ci meritiamo di avere il controllo delle nostre elaborazioni, ma come
possiamo ottenerlo? Tenendo lontano il software non libero dalle
macchine che possediamo o utilizziamo regolarmente e rifiutando SaaSS.
Sviluppando software libero (per coloro che sono programmatori)
rifiutandosi di sviluppare o promuovere software non libero o SaaSS.
Diffondendo queste idee agli altri.

Assieme ad altre migliaia di utenti, noi lo stiamo facendo dal 1984, e
questo ci ha permesso di avere oggi GNU/Linux, il sistema operativo
libero che chiunque - programmatore o meno - può utilizzare. Unitevi
alla nostra nostra causa, come programmatori o attivisti. Rendiamo
liberi tutti gli utenti di computer.





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