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Re: [www-it-traduzioni] Introduzione alla riga di comando [Iniziamo]


From: Enrico Bella
Subject: Re: [www-it-traduzioni] Introduzione alla riga di comando [Iniziamo]
Date: Sat, 30 Apr 2016 11:53:13 +0200
User-agent: Mozilla/5.0 (X11; Linux x86_64; rv:38.0) Gecko/20100101 Thunderbird/38.7.2

Il 28/04/2016 14:59, Marco C. ha scritto:
Ciao a tutti,
questo e` il capitolo 3 del libro
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Ecco la revisione. In grassetto le parti modificate. C'erano alcuni punti in cui la traduzione era davvero troppo letterale, in un punto non era comprensibile in italiano, ma nel complesso andava bene.

Personalmente toglierei Return dalle frasi  come "il tasto Return o Enter" perchè in italiano non viene usato. Scriverei invece "il tasto Invio o Enter". Che ne dite?


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Iniziamo

L'informatica moderna è molto interattiva e usare i comandi della riga di comando è solo un altro modo per interagirvi. La maggior parte delle persone usa il computer solo attraverso l'interfaccia grafica, interagendo in maniera molto rapida: clicca un oggetto, lo trascina, lo rilascia, preme due volte per aprirlo, modificarlo, e così via.

Sebbene le interazioni accadano così velocemente da non rendersene conto, ogni pressione di un tasto o digitazione sulla tastiera è un comando al computer. Usare la riga di comando è la stessa cosa ma più immediata. Si digita un comando e si preme il tasto Return o Enter. Ad esempio, scrivendo nel terminale:

date


il computer risponde con:

Wed Feb 10 16:15:08 CET 2016

Quella riportata è una risposta abbastanza tecnica, ma nei capitoli successivi spiegheremo come richiedere la data e l'ora in un formato più facilmente comprensibile, ma anche come ottenere output specifici per nazioni o lingue particolari. Ad ogni modo, questo è stato il vostro primo assaggio della riga di comando.

La riga di comando è più potente

Il comando date, come abbiamo appena visto, è una veloce alternativa all’apertura grafica del calendario o dell'orologio. Il problema principale non è il formato tecnico della stringa restituita dal comando, ma l'incapacità di fare qualcosa con quella stringa di output. Ad esempio, se si volesse inserire la data in un documento, oppure usarla per aggiornare il proprio calendario in rete, sarebbe necessario digitarla a mano. Ma la linea di comando è più potente...

Dopo che avrete imparato qualche comando di base e qualche bel modo per risparmiare un po’ di tempo, troverete in questo libro alcuni modi per inviare le stringhe di output dei comandi ad altri comandi, automatizzando i compiti e memorizzando i comandi per usarli successivamente.

Cosa si intende con ‘comando’?

All'inizio di questo capitolo abbiamo usato la parola 'comando' in modo generico, per fare riferimento a qualsiasi sistema usato per dire al computer cosa fare. Nel contesto di questo libro, un comando ha un significato molto specifico: è un file nel computer che può essere eseguito o, in alcuni casi, un’azione già inglobata nel terminale. Eccetto per i comandi già racchiusi nel terminale, il computer esegue ogni comando tramite l’individuazione del file che ha lo stesso nome del comando digitato e la sua successiva esecuzione. Daremo più dettagli man mano che saranno necessari.

Metodi per inserire i comandi

Per seguire questo libro è necessario aprire un interprete della riga di comando (chiamato shell o terminale in GNU/Linux) sul computer. Prima che fosse introdotta l’interfaccia grafica, i computer proponevano un interprete non appena venivano accesi. Oggigiorno, quasi tutti gli utenti, eccetto gli amministratori di sistema professionisti, usano l’interfaccia grafica per qualsiasi operazione, nonostante il terminale sia più veloce e facile da usare per molti scopi. Ora vi mostreremo come aprire una shell.


Trovare un terminale

E’ possibile aprire un terminale anche all’interno di un sistema desktop con interfaccia grafica, ma può essere più semplice usare il terminale in sostituzione del desktop originale. Per fare ciò basta premere la combinazione di tasti <ctrl><alt><F1>. Apparirà uno schermo praticamente vuoto con un invito ad autenticarsi. Usate il nome utente e la password del vostro utente per effettuare l’accesso. E’ possibile passare ad altri terminali con <alt><F2>, <alt><F3> e cosi via, e si possono aprire sessioni con utenti differenti (o anche con il medesimo utente) per qualsiasi compito si voglia eseguire. In qualsiasi momento si può passare da un terminale all'altro usando i tasti <alt><F#> per selezionare il terminale desiderato. Uno di questi tasti funzione, probabilmente F7 or F8, riporterà al desktop. Nei terminali testuali si può usare il mouse (presupponendo che il sistema abbia gpm in funzione) per selezionare una parola, una linea o una serie di linee e anche per incollare il testo selezionato in altri punti del terminale o in un altro terminale.

Le distribuzioni GNU/Linux hanno diverse interfacce grafiche (GUI) che differiscono per estetica e metafore semantiche. Per ambienti desktop si intendono quei programmi che girano al di sopra del sistema operativo. GNOME, KDE e Xfce sono i più comuni. Ogni desktop è fornito di un programma che, virtualmente, mima il vecchio terminale testuale che i computer offrivano come interfaccia. Nel vostro ambiente desktop, cercate fra i menu un programma chiamato Terminale. Spesso si trova nel menu 'Accessori', anche se non è molto adatto poiché passerete molto tempo nel terminale ogni giorno una volta che avrete letto questo libro.

In GNOME 2 si seleziona Applicazioni -> Accessori -> Terminale.

Screenshot_1.png

In KDE si seleziona K Menu -> Sistema -> Terminale; in Xfce il percorso è Xfce Menu -> Sistema -> Terminale.
Non importa dove, ma quasi sicuramente troverete un programma Terminale.

Quando eseguite il programma Terminale, vi viene mostrata solamente una finestra vuota, non c'è molto che aiuti. Ci si aspetta che sappiate voi cosa fare... e noi vi mostreremo cosa fare.

La figura seguente mostra la finestra del terminale aperta nell’ambiente desktop GNOME 2.

 Screenshot_2.png

Usare un comando individuale

Molte intefaccie grafiche forniscono anche una piccola finestra di comando chiamata solitamente "Esegui comando". Si presenta come una piccola area di testo dove è possibile scrivere un comando e premere il tasto Return o Enter.

Screenshot_Run_Application.png

Per aprire questa finestra di dialogo provate a premere la combinazione di tasti Alt + F2, o cercate fra i menu delle applicazioni. Si può usare questa finestra di dialogo come scorciatoia per avviare velocemente il programma Terminale, a patto che si conosca il nome del terminale installato nel computer. Se state lavorando su un computer a voi poco familiare e non sapete neppure il nome del terminale, provate a scrivere xterm per far partire un emulatore di terminale senza fronzoli (nessun menu che permetta la scelta dei font o dei colori del tema). Se poi avete disperatamente bisogno di questi menu fronzolati,

in GNOME il terminal di default dovrebbe essere gnome-terminal;
in KDE dovrebbe essere konsole;
in Xfce è utile provare con Terminal o con un nome specifico alla versione: ad esempio in Xfce 4 dovreste trovare xfce4-terminal.

Come vengono mostrati i comandi e output in questo libro

C'è una convenzione comune nei libri tecnici per identificare le istruzioni alla riga di comando, derivata dal reale funzionamento del terminale. Quando si fa partire un terminale, infatti, si vede un piccolo messaggio che indica che il terminale è pronto ad accettare il comando. Questo messaggio è chiamato prompt ed è solitamente semplice, come ad esempio:

$

Dopo aver digitato il comando e premuto il tasto Return o Enter, il terminale mostra l'output del comando (se c'è ne è uno) seguito da un altro prompt. Quindi, in questo libro, l’interazione precedente verrebbe mostrata cosÌ:

$ date
Wed Feb 10 16:15:08 CET 2016
$

E’ importante saper interpretare esempi come quello precedente: tutto ciò che si è digitato è date, seguito dall’invio del comando con il tasto Return o Enter. La parola date nell'esempio è stampata in grassetto per indicare che è qualcosa che si digita. Il resto è output del terminale.

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Buona giornata,
Enrico

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